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Ogni giorno possiamo scegliere tra diverse varietà di tè, differenti per
colore, profumo e aroma. Per questa ragione, spesso, si pensa che ogni tipo di tè
provenga da una pianta diversa. In realtà, tutti i tè nascono da un’unica
pianta: la Camellia sinensis. Questo sempreverde può raggiungere i due
metri di altezza e presenta foglie dal colore verde chiaro, accompagnate da
fiori bianchi e gialli, ricchi di stami gialli.
Il termine “sinensis” rimanda proprio alle origini cinesi di
questa pianta, evidenziando il fatto che fino al 1600 la sua coltivazione era
prerogativa di Cina e Giappone. Solo dal 1610, si diffuse in Occidente, nelle
corti portoghesi, olandesi, francesi e inglesi. Successivamente la coltivazione
venne introdotta anche in Sri Lanka e poi nel resto del mondo.
È grazie a questa diffusione globale che oggi possiamo godere di una
vasta gamma di tè. Le caratteristiche distintive che differenziano
un tè dall’altro, come ad esempio il nero dal bianco, dipendono principalmente
dalle condizioni climatiche, dai diversi terreni di coltivazione, dal grado di
maturazione delle foglie e dai processi di lavorazione.
Esistono due specie principali di Camellia sinensis: quella
originaria, diffusa in Cina, Giappone e Corea, caratterizzata da foglie
piccole, e la varietà assamica, con foglie più grandi, che si trova soprattutto
nella provincia dello Yunnan in Cina. Il termine “assamica” deriva
dalla regione indiana di Assam, dove furono scoperti i primi esemplari di
questa pianta.
Ma quali sono i fattori principali che contribuiscono alla grande
diversità di tè, pur provenendo tutti dalla stessa pianta?
CULTIVAR
Con il termine cultivar si indicano le varietà di una pianta che
esistono naturalmente e che vengono coltivate. Nel caso della Camellia
sinensis, alcune cultivar sono selezionate rispetto ad altre per produrre un
tipo di tè o un altro, proprio come avviene per le varietà di vino o di mele.
L’intervento umano tramite la coltivazione aiuta a rafforzare l’apparato
genetico della pianta, a proteggerla da eventuali parassiti o funghi, ad
adattarle ai cambiamenti climatici e a sviluppare aromi interessanti.
TERROIR: terreno, clima, altitudine.
Il “terroir” comprende l’intero ambiente in cui una pianta
cresce, includendo il suolo, le condizioni atmosferiche, l’altitudine e la
latitudine. Ad esempio, è essenziale che la pianta riceva almeno cinque ore di luce
solare al giorno senza essere esposta a raggi solari troppo intensi
direttamente sulle foglie. L’alternanza tra piogge e periodi di siccità è
anch’essa cruciale, in quanto il momento di siccità è determinante per regolare
il ciclo di produzione delle foglie. Le nebbie forniscono un’importante fonte
di umidità che protegge le foglie, agendo anche come un filtro solare. Le escursioni
termiche, soprattutto a determinate altitudini, possono avere effetti sia
positivi che negativi: aumentano la complessità del sapore ma, se troppo
repentine, possono rallentare la crescita delle piante e ridurne la
produttività.
In conclusione, la diversità dei tè che deliziano i nostri palati ogni
giorno ha origine dalla singolare Camellia sinensis. Questa pianta madre,
diffusasi dal lontano Oriente fino al resto del mondo, è la fonte primaria di
una gamma infinita di sfumature e aromi. Ogni tè, benché derivi dalla stessa
pianta, è modellato dalle specifiche cultivar, dal terroir unico e dalle
condizioni ambientali circostanti. Questa varietà, ricca di sfumature e
contrasti, è ciò che rende il mondo del tè così affascinante e in continua
evoluzione.