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Il tè: dalla Cina all’Italia

Il tè, una bevanda millenaria con una storia ricca di miti e leggende, ha attraversato continenti e culture per giungere nelle tazze delle persone in tutto il mondo. Il suo viaggio verso l’Italia è una storia che intreccia commercio, scoperte geografiche e incontri culturali che hanno plasmato il gusto e le tradizioni di intere nazioni.

Il Viaggio verso l’Occidente

L’introduzione del tè in Occidente è stata favorita dalle antiche rotte commerciali che collegavano l’Asia all’Europa. Tuttavia, fu solo nel XVI secolo che il tè iniziò a guadagnare popolarità in Europa, grazie agli sforzi degli esploratori e dei mercanti europei che lo importarono dall’Oriente lontano. Inizialmente riservato all’aristocrazia e alla nobiltà, il tè divenne presto una bevanda ambita anche nelle corti reali di tutta Europa.

L’Arrivo in Italia

L’Italia ha avuto il suo primo assaggio di tè grazie agli scambi commerciali con l’Oriente durante il Rinascimento. Tuttavia, il tè non ha goduto di grande popolarità fino al XIX secolo, quando il commercio con l’Estremo Oriente si è intensificato. I primi importatori di tè in Italia furono mercanti olandesi e inglesi, che lo introdussero in alcune città portuali come Genova, Venezia e nello Stato Pontificio.

Nel 1550, ad esempio, il magistrato veneziano Giovanni Battista Ramusio parlava in una sua opera di una pianta utilizzata sia fresca che secca in Cina, da far bollire in acqua. Il suo racconto si concentrava sulle proprietà curative, illustrando come due tazze di questo infuso prese a stomaco vuoto riuscissero ad alleviare dolori o favorire la digestione in caso di abbuffate.

Giovanni Lorenzo d’Anania, nei suoi racconti, invece, scriveva del tè come sostituto giapponese dell’alcol e del vino, mentre è solo dopo la Guerra di Crimea, quando il Regno di Sardegna entrò nel conflitto nel 1855, che gli ufficiali italiani iniziarono a bere il tè. 

Negli anni successivi, intorno al 1891, Pellegrino Artusi, scrittore, gastronomo e critico letterario italiano, consacrò l’utilizzo del tè nei salotti aristocratici e borghesi italiani con il suggerimento, tutto italiano, di gustare una tazza di tè con una fettina di limone.

Il tè, tuttavia, ha iniziato a entrare nelle case delle famiglie italiane solo quando gli americani, durante la Seconda Guerra Mondiale, sbarcarono in Sicilia con il tè in bustina. Da quel momento in poi, le famiglie italiane hanno iniziato a bere il tè a colazione, oltre al classico caffè mattutino, passando da una bevanda sconosciuta di una cultura lontana a un alimento familiare delle abitudini italiane, ampliando così la cultura gastronomica del paese.

Se ti sei mai chiesto da dove provengano tutte le varietà di tè, te lo raccontiamo in questo approfondimento.

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